“Accisa”, termine che in scienza delle finanze indica un’imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo, suona sarcasticamente, pensando al dialetto campano, come qualcosa che tartassa, che appunto “uccide” (il consumatore) se pensiamo, ad esempio, all’incidenza sul costo dei carburanti. In Italia, paese tra l’altro non produttore, il prezzo finale della benzina è particolarmente gravato da accise, in prevalenza “di scopo”, introdotte ed incrementate negli anni, prima dal Regno d’Italia e poi dalla Repubblica italiana, per fronteggiare finanziariamente diverse emergenze provocate da eventi naturali e non. Il totale ammonta ad oltre 0,50 euro (includendo l’Iva) per litro e costituisce la principale differenza rispetto al prezzo applicato in altri paesi europei.
L’immagine che pubblichiamo, scattata pochi giorni fa, fotografa i livelli attuali del prezzo del carburante in Germania (altra conferma del falso mito di un costo della vita più elevato in terra tedesca), inferiore di circa 50 centesimi a litro rispetto ai valori italiani. Dove i consumatori pagano ancora una parte di accisa per eventi come la guerra in Etiopia degli anni Trenta o la crisi di Suez del ’56, fino ad arrivare a componenti relative a recenti calamità naturali, dal terremoto di L’Aquila (2009) a quello dell’Emilia (2012) passando per l’alluvione di Firenze del ‘66. C’è anche una componente (0,005 euro) che finanzia l’acquisto di particolari autobus ecologici ed è stata introdotta nel 2005. Non a caso, il proposito di abolizione almeno delle accise più datate è stato anche oggetto di promesse elettorali in occasione delle ultime elezioni politiche, dal momento che in Italia si è arrivati ad essere il paese col più alto costo della benzina d’Europa (oltre il 64% del prezzo alla pompa si compone di accise ed Iva), seguito da Olanda e Grecia.
E nel nostro paese poco ha giovato il fatto che dal 1999 un decreto legislativo abbia permesso alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma addizionale sulla benzina, creando anche un ulteriore squilibrio di zona in zona, come nel caso dell’ulteriore “carico” del prezzo in Campania per far fronte pure al deficit del sistema sanitario. Qui, tornando al dialetto, fare rifornimento è davvero una “accisa”…
Nello Giannantonio